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 - Introduzione

Capitolo 1° - Introduzione

La parola ?hackng? evoca subito alcuni stereotipi come vandalismo elettronico,spionaggio e personaggi variopinti e pittoreschi con capigliature verdi ed anelli al naso.E? molto diffuso,purtroppo, ahc eil pregiudizio secondo cui l?hacker sarebbe un criminale,anche se, in alcuni casi ci sono individui che utilizzano le tecniche dell?hacking per scopi illeciti o malvagi,ma fortunatamente non sono tutti cosi.L?hacking ? tutt?altra cosa e tende semmai ad assecondare il rispetto delle leggi anzich? la loro violazione.
Principalmente, l?hacking consiste nell?individuare, in un determinato contesto tecnico, possibilit? impreviste o trascurate e nell?utilizzarle in modi creativi ed ingegnosi per risolvere in problema o ,per esempio, per riuscire ad accedere a un sistema informatico eludendo le protezioni oppure per trovare una soluzione che consenta di controllare un trenino tramite una connessione telefonica.
A questo punto va citata una data molto importante, ossia quella della fine degli anni 50.Dove al MIT (Model Railroad Club), un gruppo di appassionati di modellini di treno, furono dotati di materiali obsoleti, per lo pi? telefoniche.I mebri di questo club utilizzarono queste apparecchiature per creare un sistema complessi che consentiva a pi? operatori contemporaneamente di controllare diverse tratte ferroviarie mediante una connessione telefonica.
Essi coniarono questo con il termine ?hacking?,ovvero questo utilizzo nuovo ed originale delle apparecchiature. Quindi possiamo considerarli come i capostipiti degli hacker.Si dedicarono poi alla programmazione di schede perforate per il salvataggio di dati.
I primi hacker trasformarono la programmazione da un attivit? puramente tecnica ad una vera e propria cultura destinata,come spesso accade, alla fruizione di un elit? di cultori della materia.
Questo approccio alla programmazione cre? una specie di sottocultura informale, come una separazione tra coloro che apprezzavano l?immensa arte dell?hacking e coloro che la ripudiarono. Tale sottocultura sottintendeva un enorme interesse per l?acquisizione di nuove forme di conoscenza e di padronanza ancora maggiore su quest?arte.
Gli hacker si esaltavano scoprendo splendore ed eleganza in materie come,: la matematica e l?elettronica, considerate come materie difficilissime.
Questa sete di conoscenza e i suoi benefici sottoprodotti sarebbero stati tramandati nel corso della storia, dai pitagorici fino a Ada lovelace, ad Alan Turing e agli hacker del MIT.L?informatica era destinata a progredire, sino a richard stallman e steve wozniak.
Questi hacker ci hanno messo a disposizione moderni sistemi operativi,linguaggi di programmazione, personal computer e molti altri strumenti tecnologici avanzati che oggi vengono usati nella vita quotidiana.
Continuate a chiamarli criminali?Bel ringraziamento?
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