Apple contro Microsoft, vincerà chi ha più coraggio

La grande guerra tra i colossi del mondo informatico ed elettronico in corso è più complessa e articolata di quanto non si possa credere. Chi vincerà? Chi diventerà la Microsoft del futuro? Forse, chi avrà il coraggio di osare quello che altri non hanno mai avuto il coraggio di tentare...



Bill Gates è stato lapidario. In una dichiarazione al New York Times, infatti, l'uomo che ha fondato Microsoft ha dichiarato: "Quello tra noi e Apple è un classico: Apple si è sempre comportata come un'azienda che vende hardware, noi software. E penso che continuerà a fare le cose a modo suo, mentre Microsoft continuerà col proprio. Dovrei anche aggiungere che nel lungo termine il nostro approccio è quello favorito".

Non è una dichiarazione di guerra, anche perché non c'è mai stata una vera pace. Forse, solo un armistizio, sancito dal rientro di Steve Jobs ad Apple nel 1997 e il successivo "prestito" economico e tecnologico (con l'annuncio di una nuova versione di Office) concesso dalla Microsoft. Sembra quasi un affare di famiglia, questo scontro tra Bill e Steve, ma in realtà copre un conflitto molto più ampio, in cui l'unico attore impegnato su tutti i campi è solo Microsoft, mentre Apple picchia duro nei segmenti in cui può permetterselo, altri in altri mercato.

Spieghiamoci meglio. Microsoft sta combattendo una lotta dura contro Apple, per una volta in rincorsa, nel settore della musica digitale. E non è la sola. Apple ha il software (iTunes), il negozio online, lo standard di gestione dei diritti digitali (FairPlay), il lettore di musica (iPod). Microsoft, no. Sony neanche. Ma tutti si sforzano di competere, ciascuno per quello che può. RealNetworks è stata costretta, per esempio, a entrare in competizione con Apple per colpa di Microsoft: l'enfasi messa da Redmond nel suo player digitale Windows Media ha costretto i produttori di uno dei migliori streaming a mettersi le spalle al coperto entrando nel settore di vendita della musica digitale.

Creative e Rio (ex Diamond Multimedia) si sono gettati verso il mondo dei lettori di musica digitale perché le schede audio che producevano erano diventate uno strumento accessorio e non più "premiante" in termini di guadagno nel mercato hardware dei Pc. Forse in futuro succederà anche la stessa cosa per nVidia e Ati, forse no.

Microsoft compete anche nel settore del video digitale, quello dove Apple non entra se non sul versante della produzione (e lì alla grande con iMovie e Final Cut), mentre Bill Gates è concentrato sul consumo da parte degli utenti. Se aprite una società che vuole commercializzare lettori di film e telefilm basati su Media Center Pc di Microsoft, vi faranno i ponti d'oro, vi offriranno consulenza gratuita, praticamente vi finanzieranno la ricerca. Ma in quel settore il conflitto è con TiVo, con Sony, con i grandi dell'elettronica di massa, con i prodotti di largo consumo del settore ICT.

Sistemi operativi? Qui la lotta si fa serrata. Applicazioni e kernel non sono poi più così distanti: le une e gli altri sono ormai diventate un tutt'uno: provate a prendere una distribuzione di Linux o Mac Os X senza le relative decine di applicazioni "embedded" nel cd o dvd di installazione. Idem per Windows, che ha più codice per i programmi che non per il sistema operativo vero e proprio (anche se spesso, come sostiene l'antitrust americano, è difficile distinguerli...).

Organizzazione dei dati? Tutti sono d'accordo che il pacchetto dominante è Office, di Microsoft. Anzi no, c'è chi sostiene che sono meglio le controparti Open Source o "made in Sun". Oppure che si può fare tutto via web, con gli strumenti di gestione dei contenuti e della conoscenza basati su Java o Php.

Ricerca dei dati? Lo scontro è durissimo. Google o Msn Search? A9 (il motore di Amazon) oppure Yahoo! Search o magari Ask Jeeves? Sia sulla scrivania (qui arriva anche SpotLight di Apple) oppure sul web, le tecnologie in conflitto sono tantissime.

Visore per la visualizzazione dei dati? Qui siamo addirittura alla guerra atomica. Explorer? Firefox? Opera? Magari Safari? Le tecnologie quasi si sprecano, lo scontro è serrato, i piccoli stanno per scomparire (bye bye Opera per desktop) e ne rimarranno due (o tre) a confrontarsi nell'arena.

Una scaramuccia alla periferia del grande conflitto? La guerra dell'email online. Servizi e capacità di storage che si moltiplicano. Scontri tra bande. Apple è defilata rispetto a Microsoft Hotmail, Yahoo! Mail e Google Gmail. Ma non per questo lo scontro è meno duro.

Palmari e smartphone? Anche qui lo scontro è totale, con vecchi attori che agonizzano (Palm), nuovi che sono floridi (BlackBerry fatto peraltro in Java), Linux quasi scomparso, Symbian in ascesa ma solo nei telefoni, Windows Pocket alla riscossa.

Giochi? La strategia, che coinvolge di nuovo Sony e anche Nintendo, è talmente complicata da rasentare il barocco. Chi si muove fa solo danni, è tutto un gioco di finte e controfinte. Eppure, tra un tatticismo e l'altro, escono fuori innovazioni su innovazioni. L'obiettivo è il gioco in rete? E la compatibilità con il Pc? La base utenti? Il rapporto con i telefonini come console mobili (ecco Nokia, ma anche tanti giapponesi) dove lo mettiamo? E poi, la console come "cavallo di troia" per conquistare il salotto, e quindi la televisione, vera arena del futuro nel campo del multimediale e interattivo.

Cosa rimane fuori? Praticamente niente. Uno scontro complicato, complicatissimo e dagli esiti sempre più incerti: Apple e Sony, ad esempio. hanno ottime relazioni con le industrie musicali, mentre Microsoft ha talmente tanti soldi da potersi permettere anche un decennio di conti in rosso (quasi cinque anni con la Xbox, per esempio, che adesso sta ripagando l'investimento) per sfondare il mercato. Cinema? Riusciranno gli eroi di Redmond a convincere i ricchi padroni di Hollywood che è giunta l'ora di cedere parte del loro potere ai ragazzi della Silicon Valley? Se Steve Jobs arrivasse a dirigere la Disney (voce sulla quale insistentemente si discute da tempo) al posto dell'uscente Ceo, potrebbe essere l'escalation del conflitto.

Per adesso una cosa è certa: la ragione per la quale il termine "convergenza" è sempre alla moda ma stenta fortemente a evolvere in qualcosa di concreto è proprio questa. Troppe guerre in corso, un unico, grandissimo conflitto del quale non si intravede la fine. Ma che porterà presto a un nuovo equilibrio in grado di sfruttare al meglio le tecnologie emergenti. Almeno, quelle per le quali ci sarà interesse e attenzione.