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Come saremo tra 100 mila anni
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Come saremo tra 100 mila anni

OCCHI ENORMI PER VEDERE LONTANO DAL SOLE, NARICI PIÙ LARGHE

Come saremo tra 100 mila anni

Assomiglieremo a un pokemon e saremo in grado di controllare il nostro stesso genoma

Uomo evoluto

info.gifOcchi enormi, come quelli di un cartone animato, tenerissimi e intensi, per colonizzare parti dell'universo sempre più lontane dal sole. Fronte ampia e testa sempre più grossa, per far posto a un cervello sempre più ingombrante. E poi pelle pigmentata, perché dovremo proteggerci dai raggi extra-atmosferici, e palpebre molto spesse, a causa della gravità che andrà scemando. Infine le nostre narici si allargheranno, sempre per consentirci di vivere in ambienti extraterrestri, dove la respirazione potrebbe avere qualche criticità in più. Tutto ciòsaremo noi tra 100 mila anni secondo due giovani studiosi un po' visionari.

I DUE RICERCATORI - Nickolay Lamm è da sempre affascinato dall'incrocio tra tecnologia e arte. Ha studiato al College of Business Administration dell'Università di Pittsburgh, ha una passione per il design e le illustrazioni e sogna una start up che cambi il mondo. Alan Kwan è ricercatore in genomica computazionale alla Washington University e ha alle spalle una formazione genetica. Insieme hanno ipotizzato come potremmo diventare tra 100 mila anni, ricostruendo le parti del nostro viso che cambieranno maggiormente e spiegandone i motivi. Ecco la rappresentazione dei figli dei figli dei nostri figli, di quelli che abiteranno il nostro pianeta tra 100 mila anni e si dovranno adattare a condizioni per noi nemmeno immaginabili: scaturito dall'abilità grafica e dalle conoscenze genetiche di due menti geniali e bizzarre, il ritratto è visibile sul blog di Lamm, dove si possono anche osservare le graduali e ipotetiche modifiche che i nostri volti umani subiranno nel tempo, arrivando piano piano ad assomigliare quasi ai Pokemon.

L'EVOLUZIONE DELLA SPECIE  La giraffa ha allungato il collo nei secoli, per potersi cibare meglio dagli alberi, e la natura ha provveduto a selezionare saggiamente e spontaneamente gli esemplari più adatti. Così è accaduto anche per l'uomo, per le scimmie, per i canguri e continua ad accadere ininterrottamente, attraverso un processo di adattamento in continuo divenire. E proprio a questo percorso infinito di adattamento e cambiamento hanno pensato Lamm e Kwan ipotizzando i volti dei nostri discendenti e immaginandoli a destreggiarsi sempre più spesso in nuovi territori dello spazio. Il nostro curioso viso ricorderà non a caso quello di un alieno e non si esclude che i nostri posteri saranno dotati di lenti di comunicazione e device miniaturizzati impiantati sopra l'orecchio, per potenziare alcune abilità specifiche e necessarie. Infine i nasi saranno dritti, le simmetrie perfette e le linee regolari perché i nostri discendenti avranno il potere, regalato dall'eugenetica avanzata, di controllare il proprio genoma, decidendo deliberatamente la faccia più gradita per il futuro figlioletto.

Emanuela Di Pasqua


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