Si chiama Partito Anti Power Point . Se riuscirà a presentarsi, e a vincere, le prossime elezioni in Svizzera, il paese dove è stato costituito, farà in modo che il software più usato per presentazioni e conferenze venga messo al bando. Per arrivare allobbiettivo sono necessarie 10mila firme e, per ora, ne ha raccolte solo 300.
Matthias Poehm, il fondatore, ha dichiarato che leliminazione del programma permetterebbe di risparmiare 350 miliardi di euro al giorno evitando leccesso di presentazioni. La gente non perderebbe tutto il tempo necessario a creare le slide, e potrebbe con la stessa efficacia illustrare i propri progetti usando normali lavagne.
Già Edward Tufte, docente di scienze politiche e design dellinformazione alla Yale University qualche anno fa aveva inventato il termine powerpointosi per indicare la sindrome che colpisce sia gli esperti, sia chi assiste alle loro conferenze, e che costringerebbe a limitare i concetti, rendendoli troppo semplificati, noiosi e poco comprensibili. Inoltre la presentazione, che dovrebbe essere solo uno strumento, diventa invece laspetto più importante introno al quale ruotano i contenuti.
Il Partito Anti Power Point in realtà è un movimentointernazionale, che vorrebbe impedire che gli impiegati e gli studenti di ogni nazione vengano obbligati a usare le presentazioni basate su Power Point. Pohem, che ha scritto anche il libro The PowerPoint Fallacy , sostiene che senza le slide obbligate, il pubblico è in grado di comprendere meglio e quindi discutere largomento. In Svizzera, patria dei referendum, verrà usato questo strumento per chiedere alla gente cosa ne pensa.
Power Point, è stato lanciato nel 1987. Secondo Microsoft, proprietaria del programma, ogni giorno viene impiegato per fare 30 milioni di presentazioni.
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