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Sei aste al ribasso attive in Italia chiuse dalla Guardia di Finanza
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Sei aste al ribasso attive in Italia chiuse dalla Guardia di Finanza

Aprire oggi Youbid.it, noto sito di aste online, riserva una sorpresa. Sono altri cinque però i siti di aste online al ribasso che oggi condividono la stessa e poco gloriosa homepage, che riportiamo di seguito.

Spieghiamo in breve in cosa consiste a grandi linee un'asta online al ribasso. Al contrario di quanto avvenga con le aste tradizionali, ad aggiudicarsi il prodotto è la persona che effettua l'offerta più bassa. Assurdo e semplice, almeno all'apparenza. Ovviamente ci sono condizioni che fanno da contorno a questa verità e che hanno messo la pulce nell'orecchio non solo alla Guardia di Finanza, ma anche a molti utenti che non hanno mai vinto lo scetticismo.

Regola più vecchia di qualsiasi mercato: nessuno si mette in affari per perdere soldi. Da qualche parte insomma doveva esserci se non la fregatura, almeno l'inghippo. Per partecipare, in alcuni casi, occorreva versare la somma di due Euro in stile gettone, detratta da pacchetti di somme differenti  acquistati spesso tramite carta di credito. Ogni offerta, 2 Euro. In considerazione del fatto che spesso, fra gli oggetti all'asta, comparivano automobili e beni molto costosi, risulta comprensibile che in molti si sono fatti ingolosire dalla possibilità di portarsi a casa un'automobile per pochi Euro, anche a fronte di numerose offerte da 2 Euro l'una.

Problema numero uno: vince l'offerta più bassa, ma che sia unica. Se si è in 10 a offrire 0,01 Eurocent, quindi, questa cifra verrà esclusa, così come i partecipanti stessi. Non entrando troppo nel dettaglio dei meccanismi, differenti fra un sito e l'altro, appare chiara la voglia di spingere gli utenti ad effettuare ben più di un'offerta singola, anche in virtù delle segnalazioni più o meno tempestive che avvisavano che la propria offerta non era più l'unica. Un meccanismo dunque più simile a una lotteria, secondo la Guardia di Finanza, regolamentata in ben altri modi e seguendo procedure molto precise. Siti di aste al ribasso considerati dunque più vicini al gioco d'azzardo che a aste, poiché la partecipazione richiedeva una cifra fissa per fare un'offerta quasi sempre scartata. Non mancano esempi di persone che hanno effettuato centinaia di offerte, perdendo quindi centinaia di Euro, per rimanere con nulla in mano.

Stop dunque per sei siti del panorama italiano, come si può leggere nelle homepage. La violazione riguarda l'art. 4 e 4/bis della Legge 401/90. L'articolo 4 prevede il carcere da 6 mesi a 3 anni per "chiunque esercita abusivamente lorganizzazione di scommesse che la legge riserva allo Stato o ad altro ente concessionario o su attività sportive gestite dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) dalle organizzazioni da esso dipendenti o dallunione italiana per lincremento delle razze equine (Unire)".

Così fa quasi ridere, è vero. Il motivo vero risiede nell'estensione contenuto nel comma 4/bis, che allarga le sanzioni anche a "chiunque svolga in Italia qualsiasi attività organizzata al fine di accettare o raccogliere o comunque favorire laccettazione o in qualsiasi modo la raccolta, anche per via telefonica o telematica, di scommesse di qualsiasi genere da chiunque accettate in Italia o allestero".

Ora è più chiaro. I sigilli della Guardia di Finanza, messi nel corso dell'operazione "Knocked Down", sono giustificati dal fatto di considerare come "scommessa" l'attività di offerta nelle aste online, e per questo fuori legge poiché esistono normative completamente differenti per esercitare tale attività. In alcuni casi, sebbene non esistano ancora dettagli più precisi, il reato ipotizzato è quello di truffa, a causa della mancata spedizione dell'oggetto vinto.


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