Premessa:
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Quest'articolo non vuole imporsi come il testo per la definizione assoluta di un Hacker. In internet esistono migliaia (se non milioni?) di testi sull'etica e sulla figura dell'hacker, spesso completamente diversi l'uno dall'altro. In quest'articolo parlerò della figura dell'hacker secondo il mio punto di vista, unendo ed elaborando tutte le informazioni in mio possesso sull'argomento, che comunque potranno vantare di un certo livello di attendibilità.


Cosa significa "hacker"?
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Cominciamo dal significato morfologico della parola "hacker". Hacker è formato dal verbo "to hack" che letteralmente dall'inglese significa "tagliare, fare a pezzi", quindi ne ricaviamo che un hacker è letteralmente uno che "taglia e che fa a pezzi". Dal punto di vista retorico, nel suo significato troviamo un piccolo fondamento di verità, perchè possiamo immaginare l'hacker come una persona che si fa strada per le reti informatiche "tagliando" le misure di sicurezza che trova davanti al suo cammino.


Chi è un hacker?
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Non basterebbe un semplice articolo come questo a chiarire "chi è" e "chi non è" un hacker, dal momento che questa domanda è causa di ampie discussioni nei forum, nelle e-mail e nei newsgroups di tutto il mondo.
Spesso viene definito come un criminale (soprattutto nei giornali e quotidiani), altri lo fanno sembrare un dio superiore capace di sfuggire a tutti e di aiutare gli amministratori delle reti a tappare le falle di un server, altri ancora lo immaginano come un programmatore che se ne sta tutto il giorno rintanato in casa con gli occhiali scuri anche al buio. Esistono alcuni testi in internet che vengono dichiarati come "attendibili", nel senso che la loro definizione di hacker da molti viene considerata come universale. Ma visto che ne esistono diversi di questi testi, io dico che una definizione universale non c'è (salvo eccezzione per un certo "Jargon File", chiamato anche "il dizionario degli hacker" le cui definizioni sono considerate più attendibili delle altre, ma non nella loro totalità).
In internet la maggior parte dei testi che citano la figura dell'hacker lo vedono come un programmatore esperto che usa le sue conoscenze per curiosare nella rete e al tempo stesso, per insegnare qualcosa agli altri.


Cracker, lamer, newsbie:
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Come se non bastasse la confusione sull'immagine dell'hacker, gli utenti di internet hanno dato origine a qualche dozzina di altri termini (cracker, lamer, phreaker, newsbie, ecc.) che vengono utilizzati per suddividere la figura dell'hacker (sembra che il cracker sia "l'hacker cattivo", il lamer quello che fa danni, il phreaker quello che scrocca telefonate, ma in internet ci sono ampi dibattiti anche su queste figure, quindi non credo sia il caso di fare descrizioni che potrebbero essere sbagliate). Insomma, una sorta di raccolta di termini dispregiativi per smentire i "falsi hackers".


Chi può definirsi hacker?
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Nessuno. A quanto pare, chiunque dica di essere un hacker automaticamente non lo è, dal momento che autodefinirsi in questo modo è un chiaro segno di arroganza e di superiorità, caratteristiche che gli hackers sembrano non avere, almeno secondo le più diffuse definizioni.



Il manifesto dell'hacker:
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E' un testo particolarmente diffuso in internet, che riporta i pensieri di un certo "Mentor". Lo riporto nelle righe seguenti, dove al termine concluderanno alcuni miei commenti personali.

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Un altro è stato preso oggi, e su tutti i giornali. "Giovane arrestato per un reato informatico", "Hacker arrestato dopo la manomissione di una Banca"...
Condannato ragazzino. Loro sono tutti uguali.

Ma tu, nella tua psicologia da due soldi e nella tua mente-tecnologica del 1950, hai mai guarda dietro gli occhi di un hacker? Ti sei mai meravigliato di quello che ha fatto in un attimo, che cosa forza, cosa potrebbe aver imitato?

Io sono un hacker, entra nel mio mondo...

Mio è un mondo che inizia con la scuola...Io sono più acuto rispetto agli altri ragazzini, queste cacate che insegnano mi annoiano...

Al diavolo chi non raggiunge le aspettative. Loro sono tutti uguali.

Io sono alle scuole medie o alle superiori. ho ascoltato gli insegnanti esporre per una quindicina di volte come ridurre una frazione. L'ho capito.

"No, Ms Smith, io non ho il mio lavoro. l'ho fatto nella mia testa..."

Al diavolo i ragazzini. Probabilmente hanno copiato. Loro sono tutti uguali.

Oggi ho fatto una scoperta. Ho trovato un computer. Aspetta un secondo, è ganzo. Fa quello che io voglio che faccia. Se fa un errore, è perché lo provocato. Non perché non li piaccio... O sente una minaccia da parte mia. O pensa che sia un asino. O non li piace insegnare, ma deve stare qui...

Al diavolo i ragazzini. Tutti che giocano. Sono tutti uguali.

E qualcosa è successo...una porta si è aperta nel mondo... scorrendo veloce attraverso la linea telefonica come eroina attraverso le vene di un drogato, un impulso elettronico è stato spedito, un rifugio verso l'incompetenza quotidiano... si trova un bollettino.

"Questa è...questa è la mia patria..."

Io conosco chiunque qui...anche se non gli ho mai incontrati, non ho mai parlato con loro, può darsi che non li senta mai più... Io li conosco tutti...

Al diavolo i ragazzini. Occupano ancora la linea telefonica. Sono tutti uguali...

Puoi scommettere le chiappe che sono tutti uguali... a scuola noi siamo stati nutriti con il cibo per bambini, quando avevamo fame di bistecca... i morsi di carne che tu hai inghiottito erano già masticati e senza sapore. Noi siamo stati dominati da sadici, o ignorati dagli apatici. I pochi che hanno qualcosa da insegnare ai bambini volenterosi, sono come gocce d'acqua nel deserto.

Questo è il nostro mondo ora... il mondo dell'elettrone e dello switch, la bellezza del baud. Noi facciamo uso di un servizio già esistente senza pagare, per quello che potrebbe essere pagato a poco prezzo se non fosse gestito da profittatori insaziabili, e voi ci chiamate criminali. Noi esploriamo... e voi ci chiamate criminali. Noi cerchiamo la conoscenza... e voi ci chiamate criminali. Noi esistiamo senza il colore della pelle, senza nazionalità, senza influenze religiose... e voi ci chiamate criminali. Voi costruite bombe atomiche, voi iniziate le guerre, voi uccidete, spergiurate, e ci mentite e provate a farci credere che è per il nostro bene, eppure siamo noi i criminali.

Si, io sono un criminale. Il mio crimine è quello di una sana curiosità. Il mio crimine è quello di giudicare le persone per quello che dicono e pensano non per come appaiono. Il mio crimine è che sono più intelligente di voi, qualcosa che voi non mi potreste mai perdonare.

Io sono un hacker, è questo è il mio manifesto. tu potrai fermare me, ma non potrai fermarci tutti... dopo tutto, noi siamo tutti uguali.
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Tengo a precisare che tutte le mie prossime affermazioni/critiche sono unicamente personali e non voglio in nessun modo cercare di convincere qualcun'altro a pensarla come me.

Questo manifesto contiene una condanna al mondo intero, una condanna che accusa il mondo di chiamare criminali gli hackers, creando una sorta di "immagine divina" sulla loro figura.
Io non approvo minimamente la descrizione che autore fa della figura hacker, perchè scrivere frasi come "Io sono più acuto rispetto agli altri ragazzini","queste cacate che insegnano mi annoiano" oppure "è che sono più intelligente di voi" mostra un chiaro atteggiamento da superbo (caratteristica che gli hacker non hanno vero?).
Inoltre non vedo il perchè dell'uso frequente di pronomi personali come "noi", "tutti", "voi". Quando si scrive un pensiero, dovrebbe essere personale, non generalizzato all'umanità, perchè io magari potrei non condividere i suoi pensieri.
Un'ultima chicca riguarda l'ultima frase "tu potrai fermare me, ma non potrai fermarci tutti", dove vorrei capire a chi si rivolge il termine "tutti".
Sul fatto di chiamare criminale o meno un hacker, ci sono ampi dibattiti. Io credo che chiamarlo criminale è un tantino esagerato, criminale è un aggettivo che andrebbe associato a chi compie reati molto più gravi di quelli che compie un hacker. Tuttavia non per questo dev'essere esentato da aggettivi in comune con i reati, perchè sono dell'idea che la legge dovrebbe essere uguale per tutti, hackers inclusi.


Tutto questo per capire cosa? Per capire semplicemente che in internet una definizione chiara di hacker non esiste, ognuno costruisce la sua immagine di quest'individuo in base alla sue conoscenze e alla sua personalità. Fatto è certo, che più informazioni conoscerete sull'argomento e più nitida sarà la loro immagine nella vostra mente. Tuttavia focalizzarla al 100% non sarà mai possibile ed è forse quest'opacità nella sua figura che crea quest'aura di mistero... nella persona di un hacker.


Conclusioni:
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Per qualsiasi commento potete scrivere sul forum del sito http://www.pierotofy.it


Data di stesura: 31 maggio 2005
Autore: Piero Tofy
Mail: admin@pierotofy.it
Web: http://www.pierotofy.it